I Giardini dell'Eden OST

Pivio e Aldo De Scalzi, altrimenti noti sotto il marchio Trancendental, impostisi prepotentemente all'attenzione del pubblico e della critica per le musiche del film Hamam Il bagno turco, firmano questa volta la colonna sonora del film I giardini dell'Eden, per la regia di Alessandro D'Alatri, all'insegna del recupero dei "suoni dell'anima". Compagni di viaggio di questo nuovo lavoro, come già in Hamam, gli straordinari Agricantus, impostisi a livello internazionale con il CD Tuareg.

Per seguire le vicende di un Gesù giovane e uomo tra gli uomini, come lo ha voluto raccontare D'Alatri, Pivio e Aldo De Scalzi hanno utilizzato quasi esclusivamente strumenti devozionali dell'area medio-orientale, quali lo shofar ebreo, il santur palestinese, il daf ed il tar persiano, il ney turco, il duduk armeno ed il saz giordano. L'idea di base dei due autori genovesi era quindi rigenerare le strutture musicali ebraiche di allora accogliendo la linfa vitale proveniente dai suoni cerimoniali delle altre culture monoteistiche, cristiane e musulmane, nell'ambito di un risultato dichiaratamente più istintivo e vicino allo spirito che razionale ed etno-filologicamente corretto. Per le liriche delle canzoni inserite in questo percorso spirituale, Pivio e Aldo De Scalzi si sono ispirati ad alcuni passi dell'Ecclesiaste (o libro di Qohèlet) ed agli scritti rinvenuti recentemente a Qumran, sede un tempo della confraternita degli Esseni, presso i quali Gesù avrebbe studiato e passato parte della sua vita.

Come già accaduto nelle loro precedenti esperienze cinematografiche, la colonna sonora è stata prodotta dalla CNI Compagnia Nuove Indye, che ha garantito a Pivio e Aldo De Scalzi l'apporto delle eccellenti collaborazioni di Rosie Wiederkehr (voce), già straordinaria interprete del tema di Hamam, e di Mario Crispi (strumenti a fiato), entrambi facenti parte degli Agricantus, di Giovanni Lo Cascio (percussioni) dei Novalia, di Paolo Modugno (liuti e percussioni) dei Brothers, di Nour-Eddine Fatty (voce), di Maurizio Borzone e Massimo Silanus (archi).